Coronavirus, parla il prof. Carlo Grassi

Care Ex Alunne e cari Ex Alunni,
siamo tutti un po’ smarriti e confusi per quanto ci è capitato e non capiamo bene di cosa si tratti, vista la confusione di opinioni e pareri che arrivano dai mezzi di informazione.

Allora, in puro stile “Ex Alunni”, ho chiesto all’esperto tra di noi di spiegarci in parole semplici chi è il nostro nemico e cosa fare.

Il Prof. Grassi ha accettato di scrivere per noi una breve nota che ci aiuti meglio a comprendere meglio il fenomeno Coronavirus che stiamo vivendo.

Carlo Grassi, nostro amato Ex Alunno, è un apprezzato medico, che conosce molto bene le malattie dell’apparato respiratorio, avendo costruito la sua specializzazione professionale proprio in questo settore.

Buona lettura!
Massimiliano Cattano
Past President Associazione Ex-Alunni Istituto Leone XIII


Coronavirus, una parola che, sino a pochi anni addietro, non era conosciuta dal grande pubblico, ma che oggi semina paure e pessimismo in alcuni, incosciente ottimismo e irresponsabilità in altri. I primi si barricano in casa e temono di respirare anche l’aria dell’ambiente domestico, gli altri contravvengono alle regole suggerite, circolando liberamente e dandosi addirittura anche ad attività sportive non agonistiche, per dimostrare la loro supposta superiorità fisica, incuranti del pericolo per sé stessi e per gli altri.

Come sempre, moderazione ed obiettività sono le strade giuste.

Siamo di fronte ad un’epidemia (pandemia, se considerata in base alla diffusione), meno grave – al momento – della “spagnola” del secolo scorso, simile alla SARS (epidemia sempre di origine asiatica e con ipotetico veicolo animale), analoga alle più gravi epidemie influenzali (tra le quali la “asiatica” degli anni ’50).

Premesso che non abbiamo a disposizione farmaci o mezzi di prevenzione elettivi contro il virus (esperienze con farmaci ad altra indicazione sono in corso, sono promettenti, ma non ancora definite sicuramente efficaci; i vaccini sono allo studio, ma richiedono tempi lunghi), le uniche misure da adottare, logiche e sicuramente valide, sono quelle della prevenzione, aspecifica e personale.

La prima di esse è l’isolamento o il contatto controllato con altri (la distanza, la protezione da starnuto e colpo di tosse di estranei, contatti intimi, lavaggio frequente delle mani, etc.): su questo bisogna essere molto rigorosi e non inventare motivazioni fasulle di controllo della libertà e della limitazione del proprio comportamento.

Attenzione anche ai “portatori sani”, pericolosi senza alcuna responsabilità e spesso ignari del proprio stato. È impossibile (e non si sa con quali risultati…) controllare con tamponi tutta la popolazione: è bene evitare contatti con soggetti “sospetti”, quelli che hanno avuto contatto, a qualsiasi titolo, con malati da Coronavirus.

Non da ultima, la situazione degli anziani (over 70, 80…). Le persone in età avanzata presentano innanzitutto un invecchiamento dei loro organi principali (cuore, polmoni, fegato, reni, etc. vengono correttamente definiti “senili”), che diventano parzialmente insufficienti e di conseguenza più fragili. A questo si aggiunga il fatto che nell’anziano sono presenti spesso altre patologie (ipertensione arteriosa, diabete, insufficienze renali, respiratorie o epatiche, etc.) che pure aumentano il rischio di malattie da infezione e la cura con più farmaci (i vecchi prendono, in media, da 3 a 10 medicine al giorno…). Tutto questo rende la popolazione anziana il più ampio bacino di attacco del Coronavirus e la consistente percentuale di mortalità.

Personalmente mi sono sempre considerato un ottimista: come medico (laureato da 70 anni!) ho sempre avuto, soprattutto con il malato, un discreto successo e una grande soddisfazione personale.

Allora?

In conclusione, l’epidemia si esaurirà, come sempre, e siamo già in fase positiva con il picco dell’incidenza; al momento l’unica misura importante è la prevenzione: state isolati, circolate solo per lo stretto necessario, evitate contatti ravvicinati e siate sereni e non terrorizzati.

A Wuhan, focolaio iniziale della malattia, con decine di migliaia di contagi, in questi giorni, dopo l’applicazione severa di rigide regole, non si è verificato un solo contagio!

Et de hoc satis.

Prof. Carlo Grassi
Ex-Alunno maturità 1944

Professore emerito di Malattie Respiratorie presso l’Università di Pavia
Decano della Pneumologia Italiana

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