La lettera del Provinciale per Sant’Ignazio

(fonte: sito news.gesuiti.it)

In occasione del 31 luglio, festa di Sant’Ignazio di Loyola, pubblichiamo la lettera del Padre Provinciale Gianfranco Matarazzo S.I.

Abstract

“La Provincia Euro-Mediterranea ha compiuto 2 anni di vita all’inizio di Luglio. I 4 paesi che la costituiscono sono molto diversi, e, certamente, molto ancora può essere migliorato, ma sono molto consolato per i passi di cui sono testimone. Anche grazie all’impegnativo lavoro che abbiamo fatto insieme per elaborare il Piano Apostolico di Provincia, sta crescendo il senso di Corpo Comune: ci conosciamo di più, lavoriamo di più insieme e questo ha una ricaduta apostolica. Sono molto grato a quanti si stanno prodigando per favorire e migliorare conoscenza reciproca, collaborazione, incontri, senso di Corpo, programmazione comune, formazione, cura in ogni tappa di vita”.

“Proponiamoci di camminare ancora insieme, secondo le indicazioni delle Preferenze Apostoliche Universali e del Piano Apostolico di Provincia, assumendo tutti questi aspetti. La ricerca della volontà di Dio per Ignazio e per i suoi primi Compagni si è incarnata in un “cammino” fatto di tappe e riaggiustamenti, che si sono chiariti gradualmente e attraverso gli umili strumenti dell’ascolto e del discernimento, sia personale che in comune. Per ognuno e per tutti chiedo il dono di questo atteggiamento fedele al nostro carisma”.

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Auguri per un cammino condiviso

Carissimi,
vi raggiungo per la festa di Sant’Ignazio e, quest’anno, condivido con voi tutti alcune impressioni, dal punto di osservazione in cui sono.

Guarda il cielo e conta le stelle, se vi riesci …” Così, Abramo si è sentito dire e, forse, ha provato stupore per la promessa di una discendenza così grande, così al di là della sua aspettativa e portata. Uno stupore analogo provo anch’io, quando al rientro da visite, da incontri, penso, non ad una promessa, ma, grato, alla realtà che ci è data, cioè a quella del nostro Corpo Apostolico di Provincia e al numero così grande di persone che raggiungiamo attraverso i nostri apostolati. E proprio come Ignazio, nel guardare le stelle da questi stessi luoghi dove ora, a mia volta, mi trovo, sentiva consolazione immediata e profonda, così la sento anch’io, quando contemplo le “costellazioni” del nostro insieme e la fecondità apostolica che il Signore ci dona.

La Provincia Euro-Mediterranea ha compiuto 2 anni di vita all’inizio di Luglio. I 4 paesi che la costituiscono sono molto diversi, e, certamente, molto ancora può essere migliorato, ma sono molto consolato per i passi di cui sono testimone. Anche grazie all’impegnativo lavoro che abbiamo fatto insieme per elaborare il Piano Apostolico di Provincia, sta crescendo il senso di Corpo Comune: ci conosciamo di più, lavoriamo di più insieme e questo ha una ricaduta apostolica. Sono molto grato a quanti si stanno prodigando per favorire e migliorare conoscenza reciproca, collaborazione, incontri, senso di Corpo, programmazione comune, formazione, cura in ogni tappa di vita.

Da un punto di vista “apostolico”, colgo grandi operosità, generosità, passione, creatività, capacità di innovazione. Siamo inseriti in ambiti straordinariamente eterogenei, della grande vigna del Signore, in modo qualificato: dalla pastorale in forme molto varie (ordinaria, giovanile, degli EESS, della formazione ignaziana, con le famiglie, a partire dall’arte, delle “frontiere”, con gruppi molto diversi) e innovative, all’apostolato sociale, all’educazione, all’apostolato intellettuale, alla formazione teologica accademica, alla formazione sociale, al servizio ai rifugiati, alla ricerca scientifica, alla cooperazione internazionale…

Siamo presenti in luoghi significativi che consentono la formazione di formatori, in città strategicamente importanti o profondamente ferite e in luoghi che rischiano di essere lasciati “indietro” o che sono molto semplici dove le persone ci sentono vicini al loro quotidiano. Partecipiamo a un numero crescente di reti, raggiungiamo gruppi anche molto numerosi e, altrove, lavoriamo nascostamente con singoli.

In un modo fruttuoso e che dà gioia, cresce il nostro numero di collaborazioni con altri e riceviamo anche molte richieste esigenti sia dalla Santa Sede, che dalle Chiese locali; ne sono onorato; ma siamo messi di fronte anche alla nostra limitatezza, dal momento che non riusciamo più a rispondere a tutte le sollecitazioni.

In questo anno sociale abbiamo ricevuto le Preferenze Apostoliche Universali proposteci dal Padre Generale, con la possibilità di una tensione feconda con gli obiettivi del nostro Piano Apostolico di Provincia, poco prima presentato; questo ci conferma nella missione, permette un’occasione straordinaria di interazione; nel corso delle visite sento echi molto positivi di questo e, attraverso i gruppi di lavoro, sento mettersi in moto ricerca, entusiasmo e relazioni nuove.

Sento che siamo immersi nella complessità attuale; siamo su frontiere, interpellati da domande nuove, alla ricerca di risposte innovative e pertinenti. Anche grazie alla presenza di 4 paesi diversi nella nostra Provincia, siamo sottoposti, come tutti, alle grandi sfide dell’interculturalità e obbligati a migliorare connessioni tra noi, come modalità di presenza propria e necessaria nella realtà attuale. Sento, nell’insieme, un Corpo Apostolico articolato, ma fondamentalmente sano, incarnato, fedele ai criteri per la Missione propri della Compagnia fin dalla sua origine e, al tempo stesso, creativo; un Corpo in cammino.

“Il cammino” caratterizza anche il nostro “interno” Ci sono giovani che si uniscono a noi: questo non è per nulla scontato oggi, ed è sempre un segno di grande consolazione, di conferma e di responsabilità per noi. Nell’incontrarli prima del loro ingresso, sono sempre molto colpito e grato di sentire come la nostra testimonianza bella, sia apostolica che di insieme, li abbia interpellati, conquistati al Signore e motivati al punto di chiedere di unirsi a noi. Ci tengo molto a rimandarlo a tutti, come motivo di gioia e di fiducia comune.

La formazione è un settore che stiamo curando molto: è molto ampio, articolato, ci richiede impegno, disponibilità di molti, tempi lunghi e risorse; sta diventando un processo sempre più internazionale, con una certa complessità che questo richiede ma anche con un grande allargamento di orizzonti che questo consente, per poter essere presenti come Gesuiti qualificati, nel mondo globale di oggi.

Stiamo sperimentando forme nuove di Governo, come “i poli”, per migliorare conoscenza e collaborazione, per liberare forze per la missione, per cercare di migliorare alcune dinamiche relazionali.

Non possiamo nascondere che c’è anche un ridimensionamento in atto, sia a livello numerico che a livello apostolico: siamo costretti a proseguire i processi di chiusura di alcune comunità per poterne aprire o tenere aperte altre. Cerchiamo di viverlo con serenità fino alla fine.

Uniamo a questo anche la cura di quanti tra noi sono più anziani, la cui dedizione constatiamo “fino alla fine” e per i quali stiamo migliorando le comunità di accoglienza. La loro testimonianza e la loro preghiera ci sostengono e aiutano.

All’interno di questo sguardo d’insieme, prevalentemente positivo, condivido con voi anche alcune preoccupazioni e attenzioni speciali che affido a tutti.

Esistono anche alcune conflittualità interne. Questo, in alcuni casi, mi preoccupa e addolora, perché va oltre la fisiologia arricchente dei conflitti e la loro valenza spirituale. Mi imbatto in qualcosa di non evangelico, che può minare la nostra comunione e testimonianza (proprio quando chi ci incontra può cercare ed è aiutato, piuttosto, da una testimonianza di insieme). Possiamo permetterci questo? Lavoreremo su questo, grazie al Piano Apostolico, ma mi chiedo davvero come possiamo aiutarci di più a coltivare l’atteggiamento positivo del n. 22 degli EESS e portare di più l’attenzione su quanto ci unisce e sulla missione comune. Ci sono passaggi generazionali non facili, che rischiano di essere vissuti come contrapposizioni e scontri aperti; abbiamo bisogno di venirci più incontro, favorendo ricambi e sostnendoli, ma anche mettendo in atto mutuo ascolto, rispetto e fraternità, perché ognuno possa avere il suo giusto posto e possa continuare a contribuire all’insieme.

In vista di destinazioni, può essere a volte difficile sentire una disponibilità libera e un autentico spirito di appartenenza alla nuova Provincia; e chiedo a tutti di vegliare su questi valori fondanti la nostra vita. “Dio è nei fatti”, diceva Dietrich Bonhoeffer. Cerchiamo davvero la sua volontà “nei fatti”, e quindi nelle richieste che riceviamo, nelle necessità che ci sono prospettate, nelle chiamate che il Corpo ci rivolge?

Infine, come molti altri e altre, siamo dolorosamente colpiti da episodi di abusi; stiamo lavorando molto per la cura di tutte le persone coinvolte, per darci linee guida di condotta nei vari ambiti, per curare ancora più la formazione; chiedo a tutti di contribuire a questo cammino di purificazione molto sofferto, sapendo unire giusto senso di responsabilità e grande carità fraterna.

Prima di concludere, oltre a ringraziare sinceramente tutti per impegno e testimonianza, vorrei anche ringraziare di cuore quanti, non solo Gesuiti, ma anche tantissimi laici e rappresentanti di altri carismi, condividono, contribuiscono e sostengono il nostro lavoro, che è tanto, cioè quanti lavorano con professionalità e dedizione a servizio della comunione nelle comunità e nei servizi della Provincia, migliorando la nostra gestione, comunicazione, e la cura complessiva dell’insieme.

Proponiamoci di camminare ancora insieme, secondo le indicazioni delle Preferenze Apostoliche Universali e del Piano Apostolico di Provincia, assumendo tutti questi aspetti. La ricerca della volontà di Dio per Ignazio e per i suoi primi Compagni si è incarnata in un “cammino” fatto di tappe e riaggiustamenti, che si sono chiariti gradualmente e attraverso gli umili strumenti dell’ascolto e del discernimento, sia personale che in comune. Per ognuno e per tutti chiedo il dono di questo atteggiamento fedele al nostro carisma.

La Madonna della Strada sia nostra Compagna, in Via

P. Gianfranco Matarazzo

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