Padre Eraldo Cacchione S.I. nuovo responsabile della Pastorale

Il Padre Provinciale ha nominato il nostro Ex-Alunno Padre Eraldo Cacchione S.I. come nuovo responsabile della Pastorale di rete per la Fondazione Gesuiti Educazione. Padre Eraldo è anche nominato Consigliere nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione, subentrando al Padre Salvo Collura S.I.

(fonte: sito gesuiti-educazione)

“Padre Eraldo ha una vasta esperienza nell’apostolato educativo – dichiara Padre Jimmy Bartolo S.I., Presidente della Fondazione Gesuiti Educazione – ed è quindi una preziosa risorsa per tutta la rete. Desidero ringraziare ancora una volta di cuore P. Salvo Collura per l’ottimo e generoso lavoro svolto per tanti studenti e personale delle nostre scuole”.

Eraldo Cacchione si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano. Ha conseguito il Baccalaureato ecclesiastico in Filosofia presso l’Istituto di Studi Filosofici “Aloisianum” di Padova, il Bacalaureato in Sacra Teologia presso la P.F.T.I.M, Sezione San Luigi di Napoli, e la Licenza in Sacra Teologia presso la JSTB di Berkeley, California. Ha conseguito il Master in Catholic School Leadership presso la USF di San Francisco. Co-fondatore del Centro Studi ImparaDigitale. Ha collaborato con l’IVALSI, il Co.Dir.E.S e il Centro Studi Scuola Cattolica della CEI. In ambito educativo ha insegnato e si è occupato di pastorale scolastica in diversi collegi gesuiti in Italia e all’estero. Si è occupato di musica e teatro, producendo un’opera inedita su San Francesco Saverio, un musical e un’opera teatrale studentesca. E’ stato preside delle medie e dei licei all’Istituto Gonzaga di Palermo. Ha fondato e dirige il Corso di Formazione alla Spiritualità nella Musica “Zipoli”. Attualmente si occupa anche di Pastorale dei Rom a Scampia.

“Sono grato a Dio – dichiara Padre Eraldo – perché mi ha dato l’occasione di mettermi al Suo servizio in due delle quattro Preferenze Apostoliche Universali della Compagnia: la seconda: “camminare insieme ai poveri, agli esclusi dal mondo, feriti nella propria dignità, in una missione di riconciliazione e di giustizia” attraverso il lavoro con i Rom di Scampia; e la terza: “accompagnare i giovani nella creazione di un futuro di speranza” attraverso la pastorale scolastica. Scorgo numerosi punti di incontro e intersezione tra le due.

Quanto alla pastorale scolastica dei collegi, mi sento di dire che ora più che mai – anche in virtù di ciò che lo Spirito ci sta suggerendo attraverso l’esperienza della pandemia da Covid – è necessario educare i giovani che accedono alle nostre scuole all’attenzione. L’attenzione è l’unità vissuta tra il percorso educativo “cognitivo” e l’incontro con Dio nella fede. Simone Weil tocca questo punto in un saggio sull’educazione a mio avviso fondamentale, intitolato “Riflessioni sull’utilità degli studi scolastici al fine dell’amore di Dio” (1942). Riporto un breve passaggio di questo testo che prendo come punto “ispiratore” di questo nuovo mandato:  “Fortunati dunque coloro che dedicano l’adolescenza e la gioventù soltanto a sviluppare questo potere d’attenzione. Non che essi, ovviamente, siano più vicini al bene dei loro fratelli che lavorano nei campi e nelle officine. Sono vicini in maniera diversa. I contadini e gli operai gustano la vicinanza di Dio in quel modo incomparabile che è proprio dell’estrema povertà, di chi non ha posto nella considerazione sociale, di chi conosce le lunghe, lente sofferenze. Ma se si considera l’essenza delle occupazioni, gli studi sono più vicini a Dio, a causa dell’attenzione che ne costituisce l’anima. Chi trascorre gli anni degli studi senza sviluppare in sé quest’attenzione, ha perso un grande tesoro. Non soltanto l’amore di Dio è sostanzialmente fatto di attenzione: l’amore del prossimo, che sappiamo essere il medesimo amore, è fatto della stessa sostanza. Gli sventurati non hanno bisogno d’altro, a questo mondo, che di uomini capaci di prestar loro attenzione. La capacità di prestare attenzione a uno sventurato è cosa rarissima, difficilissima; è quasi un miracolo, è un miracolo. Quasi tutti coloro che credono di avere questa capacità, non l’hanno. Il calore, lo slancio del sentimento, la pietà non bastano.”

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