Di mano in mano, un percorso insieme

Da Tuttoleone 03-2019, Giulia Oriani ci racconta della storia della cooperativa Di mano in mano di Villapizzone, che festeggia 20 anni di vita

Una delle squadre della cooperativa Di mano in mano all’opera

I frutti e le radici: non ci può che essere una corrispondenza, una consequenzialità tra questi due termini. Da buone radici, buoni frutti.

Gli anniversari sono normalmente occasioni in cui ci si guarda indietro, alla strada percorsa. La Cooperativa Di mano in mano quest’anno compie 20 anni. I frutti sono tanti, ricchi, evidenti. E le radici? Alle radici c’è l’esperienza di Villapizzone, l’incontro tra famiglie e una piccola comunità di Gesuiti.

Un’esperienza di vita che nel suo desiderio di trovare un modo alternativo di esistere comprendeva anche il lavoro. Un lavoro semplice, in cui ci fosse spazio per tutti, in cui si gustasse il senso profondo e la bellezza del motto “non fare da solo quello che puoi fare in due”.

Sui furgoni un po’ scassati con cui si partiva per quello che ai tempi veniva definito “spazzare cantine” salivano spesso anche Padre Filippo Clerici S.I. e Padre Silvano Fausti S.I.. Anche loro, il loro tempo passato a portare frigoriferi giù dalle scale insieme agli “ultimi” con cui condividevano la vita a Villapizzone, sono alle radici di quello che oggi è diventata la Di mano in mano.

E non solo il tempo speso insieme, ma anche il significato profondo della loro presenza di Gesuiti che condividevano la vita con le famiglie di Villapizzone ha segnato la storia e la direzione della Cooperativa.

La linfa che sale da questa radice è la consapevolezza che la diversità è ricchezza, non limite; che la vicinanza fraterna nell’umiltà della fatica condivisa tra chi ha tanto da dare in termini di preparazione, competenza, formazione intellettuale, e il “piccolo” che non ha altro che le sue mani è ricchezza per entrambi, è crescita in umanità; che valorizzare i talenti di ciascuno, dargli spazio e strumenti di crescita, porta frutti per tutti, nuove vie che si aprono, nuove possibilità per altri.

Oggi la Di mano in mano è diventata grande: dai 13 soci fondatori siamo arrivati a 120 persone che lavorano. Dallo “spazzare cantine” siamo arrivati a conquistare una posizione di rilievo all’interno del mercato top level di antiquario (www.anticonline.it) e di design (www.spazio900.com) in Italia e nel mondo: chi avrebbe detto alle squadre improbabili che partivano dal cortile di Villapizzone 40 anni fa che i loro “figli” avrebbero organizzato un convegno internazionale su Giuseppe Maggiolini in centro a Milano?

Tutto questo però senza mai perdere la radice che ci lega all’accoglienza degli ultimi: siamo un’impresa sociale che fa centinaia di inserimenti lavorativi con i servizi sociali ed è un orgoglio dimostrare che sociale ed eccellenza possono convivere nella stessa realtà dando l’uno spinta e motivazione all’altro.

Ricordando poi il paziente lavoro di riciclo di quanto veniva scaricato nel cortile di Villapizzone, la Di mano in mano è ogni giorno impegnata a valorizzare tutto quanto recuperato dal lavoro di acquisto e sgombero delle sue squadre: una attenzione alle fasce deboli attraverso la presenza di mercati dell’usato a Milano e Cambiago e una cura dell’ambiente attraverso un capillare lavoro di riciclo dei materiali.

Quest’anno festeggiamo 20 anni di lavoro, e guardiamo ai prossimi, con una sguardo di riconoscenza per chi all’inizio ha sognato anche per noi un modo diverso di lavorare e soprattutto di vivere.

Grazie Filippo e grazie Silvano.

Giulia Oriani

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