Da Tuttoleone 03-2019, la testimonianza di un’alunna di V scientifico sull’esperienza di servizio e comunità svolta nell’estate del 2019 a Scutari, in Albania.
Quest’estate ho avuto il privilegio di accompagnare cinque liceali del Leone XIII in Albania dove, assieme ad altri studenti dalla Rete delle scuole dei Gesuiti provenienti da Roma, Torino, Malta e Scutari, abbiamo vissuto un’esperienza di servizio e comunità. Siamo stati ospitati dalle Piccole suore della Sacra Famiglia presso la loro casa di Balldren, poco distante da Scutari.
Le giornate erano piene, cominciavano alle 7 del mattino con un breve momento di preghiera, la colazione e poi subito a lavorare con i 150 bambini che riempivano il cortile di canti, grida e giochi. Finite le attività, ci si incontrava per una rilettura della giornata e poi, nel pomeriggio, venivano offerti degli spunti di riflessione per facilitare momenti di condivisione tra i ragazzi.
Qui sotto la testimonianza di Ilaria che riporta l’intensità di questa esperienza.
Prof. Giuseppe La Mela S.I.
Semplicità. Quest’unica parola può descrivere la mia esperienza. I luoghi, le persone e i sentimenti erano semplici, puri.
Inizialmente ero spaventata. Nel tragitto dall’aeroporto alla casa continuavo a chiedere cosa avremmo fatto, con chi saremmo stati, dove, quando sarebbero iniziate le attività, come sarebbero state le stanze, che lingua avremmo parlato, ecc… “Ora lasciati accogliere” mi è stato risposto dopo tutte le mie domande. E così è stato: ci siamo trovati circondati da ragazzi e ragazze con il sorriso in volto, entusiasti del nostro arrivo e questa felicità era contagiosa.
È stato faticoso per me iniziare le relazioni con loro ma, ragazzi, ne è valsa la pena. In quel gruppo ho trovato dei fratelli e delle sorelle, come se ci conoscessimo da sempre, come fossimo una grande famiglia. Con alcuni di loro sono riuscita, dopo solo due giorni, ad aprirmi completamente e loro hanno fatto lo stesso. Inoltre grazie a questa comunicazione aperta ho avuto la possibilità di conoscere anche la cultura albanese: un mondo affascinante fatto di balli che possono durare ore e scontri tra teste calde.
Tutte le persone che ho conosciuto in quel posto mi hanno donato tutto se stesse ed è questo ciò che mi ha fatto innamorare dell’Albania. Anche i bambini, nonostante l’impossibilità di comunicare attraverso la lingua hanno trovato un modo, mi hanno fatto percepire il loro amore attraverso i sorrisi e gli abbracci. Addirittura alcuni bambini hanno provato a parlare in inglese e non solo quelli che già lo conoscevamo, ma anche quelli che lo hanno imparato con me. La prima volta che un bambino è venuto da me dicendo: “How are you?” ho provato un’emozione fortissima. Durante questo campo si sono creati dei legami fortissimi sia tra noi ragazzi che con i bambini.
Sono fiera di dire che in Albania ho capito cos’è l’amore e ho imparato a donarlo agli altri. È stato un salto nel vuoto, uno stacco dalla mia realtà quotidiana, una pausa da tutto. Questa esperienza mi ha aperto gli occhi su molte cose e soprattutto su me stessa. Questo però l’ho capito solo dopo. Una volta tornata a casa mi sono resa conto che vedevo le cose in maniera diversa. Il ritorno a casa è stato difficile, non pensavo che mai avrei potuto legarmi così tanto a un posto e a delle persone in così poco tempo.
And we danced, and we cried
Macklemore
and we laughed and had a really really really good time
Take my hand, let’s have a blast
And remember this moment for the rest of our lives
Ilaria Marinoni
V Scientifico C