Tre domande a… Teresa Signorini

In Ex-News 01-2022, inserto di Tuttoleone, proseguiamo nel nostro percorso alla scoperta di libri dei nostri Ex-Alunni incontrando Teresa Signorini, maturità classica 2002, autrice di “Scolpiti nel marmo – Le storie di chi ha costruito il Duomo di Milano” edito da Mondadori.

Quale è stato il tuo percorso lavorativo e cosa fai oggi?

Subito dopo la laurea specialistica conseguita presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano ho mosso i primi passi in ambito lavorativo con uno stage per la casa editrice Tecniche Nuove; subito dopo ho lavorato per circa due anni in una galleria d’arte nel cuore di Milano.

Sono poi volata a Londra, per fare un’esperienza all’estero e trovare la mia strada… che mi ha riportato inaspettatamente a Milano dove mi sono iscritta ad un Master in Economia e Management dell’arte e dei Beni culturali (Sole24ore Business School).

Grazie al master sono approdata alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, dove lavoro ancora tutt’oggi, dopo 8 anni.

Cosa porti con te del tuo percorso al Leone XIII

Tredici anni di vita, il grande cortile, luoghi che sono rimasi nel mio cuore e tantissime amicizie ancora fondamentali nella mia quotidianità.

Ma non solo, globalmente sento forte il senso di una comunità, di appartenenza, un’educazione basata su principi solidi e valori molto concreti, ma allo stesso tempo un’istruzione che ha radicato in me il senso di libertà, spiritualità, insieme alla consapevolezza che porsi delle domande è fondamentale per crescere.

Un grande amore per la filosofia.

Scolpiti nel Marmo, Teresa Signorini, Mondadori 2020

Perché un libro sul Duomo di Milano? Come è nato?

Il libro nasce all’interno del mio contesto lavorativo, la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, istituzione che dal 1387 si occupa della costruzione, manutenzione e valorizzazione della Chiesa Cattedrale di Milano.

È quindi figlio di un’esperienza di vita, di una sinergia con l’allora direttore dell’Ente (Prof. Gianni Baratta). Il proposito è stato quello di raccontare le vicende legate alla costruzione del Duomo andando oltre il mero dato storico, ovvero cercando di immaginare quali siano stati i sentimenti e le emozioni delle persone che hanno visto crescere e germogliare nel corso del tempo il Monumento

È un viaggio nel tempo, dalla posa della prima pietra ai giorni nostri, per provare a raccontare tutta l’umanità che c’è dietro un’impresa così straordinaria. Milano è fiorita, si è sviluppata, è cambiata al ritmo del cantiere del Duomo.

Ogni secolo ha determinato qualcosa di diverso e il Duomo che vediamo noi oggi non è lo stesso che ha visto chi ci ha preceduto, tuttavia qualcosa accomuna le generazioni che si sono susseguite: la devozione, l’amore per una sfida senza eguali a Milano.

Dal tuo particolare taglio narrativo si percepisce l’importanza di una comunità nella costruzione di qualcosa di importante. È una lettura corretta?

Esattamente. Ciò che sorregge il libro, e i suoi salti temporali, è proprio questo: il lavoro di un cantiere e l’amore di una cittadinanza che ha saputo attraversare indenne, non senza difficoltà, prodigiosamente, quasi sette secoli di vita e alterne vicende.

Il libro romanza solamente alcuni dei tantissimi avvenimenti e delle sfide che hanno avuto come grande quinta scenica la piazza. Il Duomo, simbolo di Milano, è stato teatro di umanissime storie i cui protagonisti, secolo dopo secolo, hanno lasciato il testimone ad altri venuti dopo di loro, in questa eterna staffetta che è la vita. È un libro che parla dell’eredità che ognuno di noi è chiamato a custodire e portare avanti.

Progetti futuri?

Un nuovo libro, ma stavolta non sarà ambientato a Milano… bensì oltre oceano. Una raccolta di poesie e magari qualche pièce teatrale. Non metto limiti alla mia creatività.

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